Questo scritto parte dai ragionamenti e da una volonta’ di autocritica da parte di alcun3 compagn3 che durante il corteo per la Palestina del 4 ottobre si sono riunit3 dietro allo striscione “femministe e tranfemministe in solidarietà con la resistenza palestinese”.
Qualche giorno prima del corteo abbiamo deciso, come abbiamo fatto altre volte, di chiamare uno spezzone per poter attraversare quello spazio assieme ad altr3 compagn3 con cui abbiamo condiviso un percorso in solidarietà con la Palestina da un posizionamento femminista e transfemminista.
Pensiamo di aver fatto questa chiamata con una buona dose di superficialità politica, in particolare durante il corteo nella comunicazione sia interna al nostro spezzone che esterna con le altre componenti del corteo, e soprattutto abbiamo mancato di pratiche condivise su come attraversare quel corteo in un eventuale momento di conflitto.
Tutto ciò ci ha portato a scegliere di superare un punto caldo del corteo, seguendo la biforcazione che si era creata in Via Labicana e lasciando di fatto alcun3 compagn3 più espost3 alla repressione. É stato molto doloroso visualizzare quello che abbiamo agito: non ci riconosciamo in questa pratica e ci assumiamo la responsabilità politica di non aver fatto il possibile per tutelare tutt*.
Non ci riconosciamo in quello che è successo perchè condividiamo la pratica del conflitto e dell’azione diretta e sappiamo che la narrazione che divide buon* e cattiv* è sempre stata utilizzata per depotenziare le lotte e, se dobbiamo proprio scegliere, non saremo di certo dalla parte de* buon*.
Pensiamo che all’origine di questa scelta ci sia per alcun3 di noi una perdita di abitudine ad attraversare i momenti di conflitto e un mancato ragionamento collettivo su come stare in piazza. Vorremmo partire da questa esperienza per poter avviare delle riflessioni e creare delle basi piu’ solide per poter percorrere le strade di questa citta’ assieme.
Ci auspichiamo che il confronto sulle pratiche di piazza torni ad essere al centro delle nostre assemblee e dei nostri ragionamenti politici e che i prossimi cortei ci vedano muovere in modo più attivo e consapevole.
Riconosciamo il valore delle diverse pratiche politiche che ci attraversano e le vorremmo trasformare in qualcosa che ci dia forza reciprocamente, e non in qualcosa che ci divide.
Speriamo che questo scritto possa essere uno spunto di riflessione anche in altri contesti.
alcun3 compagn3 transfemminist3








