Lo Stato turco uccide

Le esperienze autonome kurde sono sotto attacco in siria del nord-est e in bakur (nord kurdistan). Mentre i bombardamenti in questa regione non si fermano mai, è stata lanciata una nuova offensiva ad aprile da parte delle forze irakene contro la comunità autonoma yezida nell’area di Şengal, offensiva che trova fondamento nell’accordo tra turchia e iraq supportato dal responsabile dell’ONU e e dai governi statunitense, tedesco e del regno unito.

In questo momento in cui la retorica dei media è concentrata sul conflitto tra ucraina e russia, senza tuttavia mettere in evidenza le responsabilità politiche della comunità internazionale, l’attacco congiunto di iraq, turchia e seguaci di Barzani in siria del nord-est viene completamente taciuto.

La complicità dell’unione europea rispetto al regime di Erdogan si conferma nel momento del rinnovo degli accordi sulla migrazione nel 2021, dopo 5 anni dal primo, per cui sono stati stanziati nuovi finanziamenti, accordi che riguardano le migliaia di persone migranti bloccate e respinte al confine turco.

Sebbene l’unione europea abbia preso formalmente posizione contro la natura repressiva del governo turco, in questi giorni sono state emanate pesanti condanne per le proteste di Gezi del 2013. Le persone considerate leader di un movimento che era in realtà senza leader, hanno ricevuto pene che vanno dai 18 anni di reclusione al carcere a vita. Inoltre anche il movimento di protesta contro la sospensione della convenzione di Istanbul per l’eliminazione della violenza sulle donne continua a subire una violenta repressione, così come ogni forma di dissenso rispetto alle politiche del governo. Le proteste che hanno messo al centro la matrice patriarcale di questo provvedimento, hanno visto un forte protagonismo di donne e soggettività non conformi al genere.

Stato e patriarcato sono due facce della stessa medaglia, e si mantengono annientando ogni forma di resistenza che si fonda sull’autodeterminazione delle soggettività oppresse. Che sia lo stato turco, quello irakeno, gli eserciti ucraino o russo o la NATO, la guerra che viene portata avanti ha per obiettivo la distruzione di ogni opposizione all’ordine patriarcale e capitalista.

Ogni spazio di autonomia sottratto al controllo di chi governa è un luogo dove creare autodifesa e organizzarsi per resistere di fronte all’autorità degli stati. Alle comunità che si autodifendono, che lottano per l’autodeterminazione e per la loro sopravvivenza va la nostra solidarietà!

Erdogan Katil

Mucadeleye devam!   

                                                                                                   Alcunx compagnx                                                                                                         transfemministx

OPS! È successo: una nuova occupazione in città

Ciao care,
vi mandiamo il comunicato della nuova occupazione femminista OPS!
Alleghiamo gli appuntamenti dei prossimi giorni

vi aspettiamo!

—————-

OPS! È successo: una nuova occupazione in città.
Però, OPS!, è proprio una di quelle Occupazioni Piantagrane Separatiste
Femministe che magari per qualcun sarà un po’ scomoda, forse sarà
troppo, forse sarà oltre.. Ma vabbè, pazienza.
Quel che ci interessa è che questa sia un’Occupazione Per
Scappatedicasa*. Per lx Sottounponte, lx Senzatetto, lx Senzatitolo, lx
Senzadocumenti, lx Senzasperanza, lx Senzanalira.. un’Occupazione Per lx
Sognatrici*, lx Streghe*, lx Strambe*, lx Solitarie*, lx Stralunate*, lx
Sbagliatissime*, lx Spessone*, lx Spassose*… Per lx Sopravvissute*.
Per le Soggettività lesbiche trans e non binarie in lotta.
Per chi si rende Solidale con le lotte di autodeterminazione.
Per chi è Stufa* di questo mondo, per le Sorelle* di sangue e non…
Insomma, con un po’ di fortuna e tanta pazienza, vogliamo che questo
spazio sia una fucina di pratiche e saperi femministi e transfemministi.
Uno spazio in cui riconoscerci anche in base alle nostre cicatrici e ai
nostri sogni, partendo dai quali costruire autodifesa, complicità e
alleanze pericolose…
All’interno delle complesse geografie politico relazionali di questa
città, e dentro un mondo in cui non era previsto che sopravvivessimo, da
brave guastafeste continuiamo a lottare per la liberazione e
l’autodeterminazione di corpi e desideri non conformi. Solo che, da
oggi, lo faremo anche da dentro questo spazio attraversato da donne,
lesbiche persone trans e non binarie che vogliono organizzarsi insieme
per lottare contro stato e patriarcato.
Tenetevi il mondo fatto a misura di uomo cis etero bianco, noi saremo le
esplosioni rumorose e canaglie!

***

Venite a trovarci quando volete. Siamo in via Giannino Ancillotto.